La Domenica Del Corriere - Cardiologia, svolta con le tecniche soft per la cura delle valvole cardiache

Cardiologia, svolta con le tecniche soft per la cura delle valvole cardiache
Cardiologia, svolta con le tecniche soft per la cura delle valvole cardiache

Cardiologia, svolta con le tecniche soft per la cura delle valvole cardiache

Esperti, 'stessa efficacia della chirurgia, vanno raggiunti più pazienti'

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Operare il cuore con un approccio sempre più "dolce", grazie a tecniche mininvasive, anche per i pazienti a basso rischio e più giovani. A promuovere il nuovo approccio gli esperti della Società italiana di cardiologia (Sic), riuniti a Roma per l'86mo Congresso nazionale, che hanno recepito le nuove linee guida della Società europea di cardiologia (Esc) e dell'Associazione europea di chirurgia cardiotoracica (Eacts). Le nuove frontiere della cardiologia permettono attualmente di trattare tutte le malattie delle valvole cardiache ricorrendo sempre meno alla chirurgia tradizionale, evitando di operare a cuore aperto, con tempi di degenza ridotti, minori complicanze e una migliore aspettativa e qualità di vita. "Oltre metà della popolazione - spiega Pasquale Perrone Filardi, past president Sic - andando avanti con l'età presenta anomalie delle valvole cardiache, in particolare della valvola aortica e mitralica, con un impatto altissimo sulla qualità di vita e un rischio di mortalità fino al 50% a due anni dall'insorgenza dei sintomi". La Transcatheter aortic valve implantation (Tavi) è ormai riconosciuta come il trattamento standard per la stenosi aortica, che colpisce 1 milione di persone in Italia. La Tavi, afferma il presidente Sic Gianfranco Sinagra, "consente di impiantare una valvola biologica senza necessità di intervento chirurgico e anestesia generale, con una piccola incisione nell'inguine, in cui viene inserito il catetere". In merito all'insufficienza mitralica (che si manifesta nel 90% dei pazienti con scompenso cardiaco), l'avanzamento più significativo è rappresentato dal trattamento mininvasivo con piccole protesi o "pinzette" metalliche inserite via catetere. "Questa procedura - evidenzia il past president Ciro Indolfi - viene ora formalmente raccomandata come trattamento di prima scelta nell'insufficienza mitralica secondaria ventricolare". Anche la valvola tricuspide, tradizionalmente meno trattata, è ora oggetto di terapie transcatetere, offrendo alternative terapeutiche ai pazienti ad alto rischio che in precedenza non potevano essere operati. L'adozione di queste tecniche, sostiene la Sic, richiede tuttavia la formazione di "Heart Team" multidisciplinari. Sono ancora troppo pochi pazienti trattati con tecniche "soft", soprattutto in età avanzata. Ciò, conclude Perrone Filardi, "non solo peggiora la prognosi, ma porta a un utilizzo inefficiente delle risorse sanitarie".

R.Buglione--LDdC